Lo scorso novembre, durante le negoziazioni della Cop29 a Baku (Azerbaigian), si è discusso di come arginare un fenomeno in caduta libera: il riscaldamento globale, infatti, avrebbe già superato il riferimento dei +1,5°C stabilito nell’Accordo di Parigi. Le politiche sull’azione climatica sono state tardive e vanno dunque riformulate in conseguenza dell’aumento delle temperature.
Nel corso della conferenza, il commissario europeo per l’azione climatica ha invitato a non demordere, nonostante l’evidente difficoltà, sottolineando come sia importante non rinunciare all’obiettivo di Parigi “ben sapendo quale danno si celi all’altra estremità di quell’1,5”. Il limite imposto a Parigi, infatti, ha rappresentato per molti Paesi un grande traino nel percorso di transizione verde e abbandonarlo significherebbe indebolire le azioni promosse finora.
Secondo uno studio dell’Unep (il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), tuttavia, esiste la possibilità che il riscaldamento arrivi addirittura a superare i 3 gradi, prima della fine del secolo. C’è bisogno di un immediato cambio di rotta. Oltrepassare eccessivamente la soglia dei +1,5 gradi provocherebbe conseguenze devastanti nell’ecosistema, tra cui un disastroso innalzamento del livello del mare, eventi climatici estremi e l’estinzione di specie animali e vegetali. Sembrerebbe che gli impegni sottoscritti a Parigi non siano stati mantenuti da tutti gli Stati coinvolti. In questo senso, la riunione Cop30 sarà decisiva per la tenuta della soglia 1,5 gradi e il successo di una futura azione climatica.
Del resto, i contenziosi climatici sono sempre più frequenti nel mondo. Si parla di vere e proprie “climate litigations”, in cui è la società civile a portare governi e aziende in tribunale per danni contro il pianeta. Persino Christine Adam, segretaria della Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici) ha evidenziato come l’integrazione dei diritti umani nell’azione per il clima sia in crescita, ponendosi alla base delle rivendicazioni davanti ai tribunali, sia nazionali che internazionali.
Scopri di più: https://asvis.it/notizie/2-22585/cop-29-se-lobiettivo-15-gradi-e-morto-quale-puo-essere-il-nuovo-limite