Nonostante la lunga storia della Giornata Mondiale dell’Ambiente, le sfide che abbiamo di fronte sono tutt’altro che superate. Al contrario, l’urgenza ambientale cresce e si intreccia sempre più strettamente con le dimensioni economiche e sociali, ponendoci davanti a un bivio storico.
La giornata di oggi rappresenta un’occasione fondamentale per fermarsi e riflettere: le crisi climatiche, le disuguaglianze e le instabilità geopolitiche non sono compartimenti stagni, ma facce della stessa complessa realtà. Ed è una realtà che chiama in causa tutti: istituzioni, imprese, cittadini. Nessuno escluso.
Il tema scelto per l’edizione di quest’anno – l’inquinamento da plastica – è solo la punta dell’iceberg. In Europa, infatti, assistiamo a un paradosso preoccupante: mentre si promuovono politiche di transizione ecologica e sviluppo sostenibile, si fanno strada freni e rallentamenti legati a instabilità politiche ed economiche. Il risultato? Secondo gli ultimi dati, un terzo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 è destinato a rimanere irrealizzato.
È dunque il momento di un cambio di passo. Dobbiamo orientare con decisione le nostre azioni verso il futuro, intensificando gli sforzi collettivi e recuperando una visione condivisa che tenga insieme il benessere del pianeta e quello delle persone. Serve coraggio, determinazione e una reale disponibilità a cambiare abitudini, modelli produttivi, stili di vita.
Solo superando barriere politiche e interessi individuali sarà possibile costruire un futuro più resiliente, in cui la sostenibilità non sia solo un obiettivo dichiarato, ma una pratica quotidiana. E questa scelta – che ci riguarda tutti – non può più essere rimandata. E’ una sfida avvincente che deve diventare vincente.