PA Social, la prima associazione italiana dedicata alla comunicazione e all’informazione digitale, ha avviato un percorso di divulgazione e informazione in occasione del suo decennale. Il primo appuntamento del progetto ‘Triathlon Ambientale’, curato dal tavolo Ambiente e Sostenibilità, è stato dedicato al tema del piano di comunicazione. In particolare, sono intervenuti Gloria Milan, fondatrice di ICDLAB e specialista di sostenibilità, e Riccardo Parigi, founder di Must Srl, con la moderazione di Stefano Martello.
Stefano Martello ha sottolineato come “il piano di comunicazione rappresenti una vera e propria assunzione di responsabilità da parte dell’organizzazione che lo pone in essere”, evidenziando il suo ruolo strategico e non meramente accessorio. Non si tratta solo di definire strumenti e messaggi, ma di costruire un sistema consapevole e strutturato. Secondo Gloria Milan, infatti, “la comunicazione è strategia” e deve basarsi su una chiara definizione di vision e mission. “Visione e missione devono essere chiare, avere chiaro chi si è e dove si vuole andare”, ha affermato, sottolineando l’importanza di una direzione ben definita per evitare azioni frammentarie o inefficaci. Riccardo Parigi ha evidenziato come spesso il piano di comunicazione venga sviluppato solo in situazioni di emergenza, senza una reale lungimiranza. Al contrario, dovrebbe essere concepito come un’azione strategica continua, capace di anticipare criticità e governare i processi invece di subirli.
Molte aziende, però, vedono ancora il piano di comunicazione come un corpo estraneo. Per renderlo efficace, è necessario coinvolgere le risorse interne, definire un codice etico e prevedere step intermedi per monitorarne l’andamento. Inoltre, il budget deve essere impostato non solo in base a quanto si vuole investire, ma anche a quanto si potrebbe perdere in caso di mancata azione. Anche l’ascolto interno è un’attività fondamentale e spesso trascurata dal management, che ha poco tempo per osservare ciò che accade intorno all’azienda. Il ruolo del comunicatore diventa quindi un ruolo di tessitore di relazione, quasi educativo, contribuendo a sviluppare una maggiore consapevolezza e capacità di lettura del contesto.