Intelligenza artificiale e tecnologie avanzate possono fare la differenza nella conservazione degli ecosistemi? Opportunità e rischi di una nuova frontiera scientifica.

La conservazione della fauna selvatica è un pilastro fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Ogni specie animale o vegetale contribuisce, direttamente o indirettamente, a processi naturali vitali come la purificazione dell’acqua, la fertilità del suolo e il mantenimento della qualità dell’aria. In passato, gli sforzi per proteggere la biodiversità si basavano principalmente sulla creazione di aree protette e su normative come il Wildlife Conservation Act. Tutto questo non è stato sufficiente, infatti a partire dagli anni ’70 le popolazioni animali nel mondo sono crollate di oltre il 70%. Alcuni scienziati parlano apertamente di una “sesta estinzione di massa”, paragonabile a quella che 66 milioni di anni fa spazzò via i dinosauri. In questo contesto critico, l’IA promette di accelerare la ricerca ecologica, poiché è in grado di individuare nuove specie, analizzare sequenze genetiche complesse e monitorare ecosistemi remoti. Un esempio? A Panama, l’IA ha aiutato a identificare oltre 300 specie di insetti sconosciute in appena una settimana di riprese da fototrappole.

Tuttavia, non tutto è positivo. L’addestramento di modelli IA avanzati consuma enormi quantità di energia elettrica e acqua. Secondo alcune stime, entro il 2027 l’IA potrebbe richiedere fino a 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno. I data center costruiti in regioni già colpite da siccità, come il Cile, sollevano allarmi ambientali e sanitari. Inoltre, la tecnologia non è neutrale e potrebbe introdurre distorsioni nei dati, nonché dare rilievo ad alcune specie a discapito di altre, influenzando le decisioni su quali ecosistemi investire e salvare. Molti ricercatori stanno lavorando per limitare l’impatto ambientale della tecnologia. Il modello HerdNet, ad esempio, sviluppato per contare animali come elefanti e antilopi, è stato addestrato in appena 12 ore e su un singolo computer.

L’intelligenza artificiale rappresenta un potente alleato nella lotta per la conservazione della biodiversità, ma non è una soluzione miracolosa. Come per ogni strumento, i benefici dipendono da come e dove viene utilizzata. Tra potenzialità straordinarie e impatti da gestire, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Fonte: The Verge

Autore: Benedetta Donà

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