Tra la terra e il mare ci sta “PoSalvaMare”. Al via il grande progetto per ripulire il Po e proteggere il mare.

La plastica ci mette centinaia di anni a degradarsi e, nel frattempo, si accumula ovunque, soprattutto nei mari. Negli oceani esistono, infatti, vere e proprie isole galleggianti fatte di rifiuti di plastica, che col tempo si frantumano in microplastiche. Queste particelle si diffondono ovunque, mettendo a rischio la vita e soffocando interi ecosistemi.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), l’80% dei rifiuti marini viene raccolto e trasportato dai fiumi. Bisogna agire nell’immediato con interventi seri e mirati. È quello che sta facendo l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdbPo), che durante la conferenza stampa del 4 aprile presso Edit Porto Urbano a Torino, ha presentato il progetto “PoSalvaMare”. Ce ne parla dettagliatamente Mattia Giopp in un articolo di Futura news.

Il progetto ha lo scopo di recuperare i rifiuti nel bacino del Grande Fiume, prevenendone la diffusione nell’Adriatico. L’assessore al verde pubblico del Comune di Torino, Francesco Tresso, ha lodato la collaborazione e il coinvolgimento che stanno alla base dell’iniziativa. Sono previste, infatti, campagne di raccolta rifiuti e sensibilizzazione, affidate alle associazioni ambientaliste quali Plastic free e Legambiente, il cui direttore generale Giorgio Zambetti ha voluto sottolineare la criticità dell’inquinamento delle acque del nostro paese: 16 fiumi italiani presentano una media di circa 475 rifiuti ogni 100 metri di sponda. Nei prossimi due anni verranno svolti 60 appuntamenti di pulizia fluviale lungo tutto il bacino del Po, accompagnati da studi approfonditi sull’impatto socioeconomico dell’inquinamento che vedranno la collaborazione delle associazioni ambientaliste e dell’Università di Torino. Gli interventi verranno pensati a partire dal progetto Mapp, con il quale AdbPo ha mappato quantità e distribuzione della plastica nel fiume. Elena Barbieri, coordinatrice del progetto e Simone Bizzi, professore dell’Università di Padova, spiegano che per controllare i flussi di plastica saranno utilizzati trackers, smart cameras e indici satellitari; inoltre, verranno installate alcune barriere galleggianti per bloccare il flusso dei rifiuti e facilitarne la raccolta. Il dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova si è occupato di valutare quali zone fossero più adatte a questi interventi, individuando l’asta fluviale nei territori di Piemonte (Casale Monferrato, Torino), Lombardia (Casarile, Garbagnate Milanese, Paderno Dugnano, Castelnuovo Bocca d’Adda), Emilia-Romagna (Monticelli d’Ongina) e Veneto (Ficarolo, Legnago, Adria).

Il progetto appoggia la EU Mission Restore our Ocean and Waters by 2030, è finanziato dalle risorse che il MASE ha messo disposizione di tutte le Autorità di bacino distrettuali nazionali e vede direttamente coinvolti per il distretto idrografico del fiume Po: ADBPO, Università degli Studi di Padova, Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, Legambiente, Plastic Free, Achab, AIPo e Infrastrutture Venete, con il patrocinio e collaborazione delle Riserve MaB UNESCO presenti lungo il fiume Po, oggi rappresentate da Collina Po e Po Grande.

PoSalvaMare rappresenta un passo concreto verso un futuro più sostenibile, dove la tutela dei fiumi diventa la chiave per salvare i mari.

La mappa degli interventi strutturali in programma.

Fonte: https://futura.news/po-salva-mare/

Autore: Benedetta Donà

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